E’ stata approvata al Senato la Finanziaria con 158 voti a favore, 117 contrari e 4 astenuti. A differenza di quella che ormai è una consuetudine questa volta non è stato chiesto il voto di fiducia. Cosa che ha reso molto fiero il presidente di Palazzo Madama, Renato Schifani. “Avendo il governo deciso di non porre la fiducia, è stato consentito a questo ramo del Parlamento di esprimersi, di dare voce a tutte le proprie idee, a tutte le proprie proposte a tutte le proprie riflessioni. È un fatto altamente democratico che fa onore alla vitalità del Parlamento, al centralismo del Parlamento che è un istituto cardine all’interno del nostro sistema Paese e di questo non posso che esserne pienamente soddisfatto”. Ci teniamo a precisare come il voto di fiducia dovrebbe essere uno strumento utilizzato raramente dal governo, un’eccezione che invece con l’attuale esecutivo si è trasformato in qualcosa di scontato e ovvio a tal punto da rendere fiero ed orgoglioso il presidente del Senato quando non viene usato.
L’attuale manovra economica dal prossimo anno sarà sostituita dalla Legge di Stabilità che modificherà il bilancio pubblico tenendo conto dei parametri europei e della riforma del federalismo fiscale.
La finanziaria 2010, dopo il passaggio a Montecitorio ha acquisito novità importanti come il pacchetto welfare, il patto per la salute, la Banca del Sud. Alcune questioni (come gli incentivi auto, alleggerimento fiscale per le famiglie e per le imprese) sono invece state rimandate al decreto milleproroghe e al nuovo decreto anti-crisi, atteso per il gennaio prossimo.
Filed under: Senza categoria — alessandra @ 13:14
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In questi giorni in cui si sta svolgendola la Conferenza sul clima a Copenhagen, il dibattito su quello che si può e si deve fare per rallentare il processo di riscaldamento globale e tutelare la nostra terra, divampa in ogni ambito. Anche ognuno di noi, nel suo piccolo, può mettere in atto alcuni accorgimenti per ridurre la propria impronta ecologica e tutelare il nostro mondo dai cambiamenti climatici sempre più repentini. Nel mondo del lavoro gli uffici rappresentano spesso un buco nero per quello che riguarda il consumo di carta, probabilmente uno dei materiali che in assoluto viene più sprecato.
Non bisogna dimenticare, però, come si legge nell’ottimo libretto “Impatto zero – Dalla doccia ai viaggi: come ridurre la propria impronta ecologica” – redatto dal Corriere della Sera, che “la carta è un bene prezioso. Per produrre una tonnellata di carta cellulosa, quella normale che siamo abituati ad usare dal primo giorno di scuola in poi, servono 15 alberi, 440mila litri d’acqua e 7.600 KWh di energia elettrica. Secondo una ricerca pubblicata dal magazine statunitense Time, un lavatore può arrivare a usare nel corso di un anno 10 mila pezzi di carta. Se ogni giorno, in ufficio, si decide di riutilizzare 10 fogli stampati per scriverci appunti o bozze sul retro si possono risparmiare 13 kg di CO2 in un anno e 6 Kg di carta”.
Ci sono una serie di domande a cui ognuno di noi dovrebbe rispondere per comprendere il proprio approccio e quello del proprio ambito lavorativo nei confronti di questo tema. “Quanti di voi usano la funzione fronte/retro nelle stampanti e nelle fotocopiatrici? Quanti hanno l’abitudine di controllare l’anteprima di stampa del documento prima di dare l’ok, magari stringendo di pochi millimetri il testo per evitare di sforare in un secondo foglio con poche parole? E quanti, dopo averli usati correttamente, smaltiscono i fogli di carta stampata su entrambi i lati nell’apposito raccoglitore di carta?”. Gli accorgimenti, come viene dimostrato da questi interrogativi, per poter economizzare sulla carta, sono semplici e facili da seguire.
Oltre al modo in cui utilizzare la carta è importante anche venire a conoscenza del fatto che esistono tipi di carta che hanno un impatto ambientale minore di altri. Come viene sempre spiegato su Impatto zero “non è complicato trovarli in commercio anche in Italia. Si può decidere di rifornirsi di prodotti provenienti da carta da macero (riciclata) o da foreste certificate FSC (www.fsc-italia.it) e Pefc (www.pefc.it) . Sono le due certificazioni che assicurano la provenienza del legno da foreste gestite secondo criteri ecologici e sociali corretti, o da fibre riciclate. Si possono trovare risme di carta, faldoni, raccoglitori in cartone certificato. Si potrebbe anche pensare di commissionare i biglietti da visita dei propri manager e dipendenti in carta rispettosa dell’ambiente: oltre a pesare di meno sull’ecosistema, in un mondo che vive con preoccupazione la sfida dei cambiamenti climatici e la scarsità delle risorse, una politica del genere può diventare un piccolo fiore all’occhiello per un’azienda”.
Filed under: Senza categoria — alessandra @ 18:25
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I disoccupati in Italia hanno superato i duemilioni (2.004.000) ed è la prima volta dal 2004 che l’Istat rivela un dato così elevato ed allarmante. Ad ottobre il tasso di disoccupazione nel nostro paese è salito all’8%, rispetto al 7,8% di settembre (un punto percentuale in più rispetto allo stesso mese dell’anno scorso) che tradotto vogliono dire altre 39mila persone che hanno perso il posto di lavoro. Rispetto allo scorso anno il numero delle persone in cerca di lavoro è aumentato del 13,4% (236mila). Ma il dato più preoccupante è quello del tasso di disoccupazione giovanile salito dal già elevato 26,2% di settembre al 26,9% di ottobre. Rispetto all’ottobre dello scorso anno, il tasso giovanile di disoccupazione è aumentato del 4,5%.
Un altro dato interessante che deve essere preso in considerazione per avere un quadro il più esaustivo possibile della situazione attuale è quello del numero di ‘inattivi’ cioè delle persone che non hanno neanche ricercato un lavoro. La categoria degli Inattivi, che comprende studenti, casalinghe e disoccupati di lungo corso ,conta ad ottobre 2009 14.741.000 persone con un aumento di 210mila unità rispetto allo stesso mese dello scorso anno (+ 0,4%).
La tendenza, inoltre, è penalizzante anche per l’occupazione femminile che raggiunge le 9.298.000 unità, con una riduzione rispetto a settembre dello 0,3 per cento (-30 mila unità) e, rispetto ad ottobre dello scorso anno, dello 0,7 per cento, pari a 67mila posti di lavoro. Mentre l’occupazione maschile segna un trend positivo con uno 0,2 per cento in più su base mensile ma deve fare i conti con un sonoro – 1,5% (217mila unità) rispetto ad ottobre 2008.
Filed under: Senza categoria — alessandra @ 15:35
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