Coworking: l'ufficio condiviso per professionisti "soli"
Il mondo sta cambiando in tutti i suoi aspetti, anche nel modo di lavorare. Una delle ultime novità per quei professionisti abituati a lavorare in solitudine (consulenti, lavoratori da casa, agenti di commercio) è rappresentata dal cosiddetto coworking, un nuovo modo di condividere gli spazi di lavoro con altre persone (socializzando e magari scoprendo nuove opportunità di affari) e, perchè no, risparmiare sui costi di affitto di uno studio o di una normale stanza di appoggio singola.
In Italia, le strutture che si sono attrezzate per favorire questa nuova pratica di lavoro sono per ora 3: una a Milano, una a Bologna e l’ultima in ordine di tempo a Roma. Questi spazi dispongono di tutto il necessario per la vita lavorativa: postazioni in open spaces e stanze per riunioni, connessioni wi-fi e reti ethernet, stampanti, fax, fotocopiatrici, scanner, cancelleria e mobili per l’archiviazione di documenti, oltre che spazi di relax e di ristoro. Praticamente: ci si porta un computer portatile e si ha a disposizione, anche solo per 2 ore, un vero e proprio ufficio. Manca solo la segretaria a tempo, ma state sicuri che se questa pratica avrà successo arriverà presto anche quella!
Un successo che comunque, se arriverà, sarà legato non tanto al fattore del risparmio (che indubbiamente c’è) o della semplificazone della vita (praticamente non ci si deve occupare di niente, se non di lavorare) quanto al fattore del recupero del rapporto umano e delle sinergie positive che potrebbero crearsi quando dei professionisti lavorano individualmente ma condividendo lo stesso spazio fisico.
buonasera, molte grazie per la citazione di cowo milano.
confermo la tesi finale dell’articolo: il bello del coworking è nell’aspetto di rete umana e professionale che si viene a creare lavorando nello stesso luogo.
infine, sono felice di poter comunicare che sta nascendo la rete di coworking italiana, per ora gli spazi sono due (entrambi a milano) ma dovrebbero crescere a breve.
un saluto,
massimo carraro
Comment by massimo carraro — mercoledì 18 marzo 2009 @ 18:16