Tag: personalizzazione

lunedì 20 aprile 2009

It's My Scar traforma le cicatrici in gioielli

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Va bene la personalizzazione. Va benissimo l’unicità e l’esclusività, ma qui forse stiamo esagerando. La segnalazione di oggi infatti è a metà fra l’insolito e l’eccessivo: It’s My Scar (letteralmente “è la mia cicatrice”) è un’azienda americana che permette ai clienti di acquistare gioielli della forma (unica) delle loro cicatrici.

Non è uno scherzo. Siamo nell’era ella personalizzazione spinta dei prodotti e questa è solo l’ennesima dimostrazione delle infinite possibilità a disposizione delle imprese per offrire ai consumatori prodotti sempre più su misura. It’s My Scar funziona in modo molto semplice: i clienti inviano all’azienda una foto della propria cicatrice e nel giro di 6-8 settimane possono ritirare un gioiello riprodotto nella stessa identica forma. Il costo di ogni gioiello-cicatrice varia dai 400 dollari fino a 1.500 dollari e dipende dal materiale utilizzato e dal tipo di gioiello scelto (braccialetto, anello, orecchini o catenina).

L’idea di tutto ciò nasce dall’esperienza personale del fondatore dell’azienda, che ha realizzato il primo gioiello sulla base di una propria cicatrice per commemorare la sopravvivenza ad una brutta malattia alla tiroide. Estendendo il concetto, ha creato It’s My Scarl, un’azienda specializzata in questo tipo di realizzazioni e il cui motto è “afferma il tuo passato e indossa la tua storia“.

Filed under: Senza categoria — daniele.bellomo @ 14:53

giovedì 16 aprile 2009

Teddylux, gli animaletti in cashmere riciclato

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Sono tempi di riciclo, anche e soprattutto per i materiali più pregiati; come il cashmere ad esempio. Strano che non ci avesse pensato nessuno prima all’idea di riutilizzare il cashmere dismesso per realizzare animaletti e gadget per bambini.

E’ quello che fa l’americana Teddylux Cashmere, che vende online questo tipo di prodotti realizzati a mano dal designer Brooke Serson Cernonok. Ogni pezzo quindi è unico ed è possibile anche inviare il proprio cashmere per vederlo trasformato da questo “artista dei pupazzetti” in creazioni ancora più personalizzate.

Un’idea molto interessante perchè riunisce due tendenze molto forti in questo momento: la passione dei consumatori per prodotti non-standard, personalizzati ed esclusivi e la sempre più diffusa sensibilità al riciclaggio ed alla sostenibilità dei consumi.

Filed under: Senza categoria — daniele.bellomo @ 13:49

lunedì 23 marzo 2009

Boobox: il distributore automatico di campioni omaggio

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Ecco una novità interessante che viene dal Belgio, dove l’agenzia di marketing e design Fosfor ha brevettato il Boobox, un distributore automatico per campioni omaggio. Funziona così: chi è interessato invia un SMS al numero scritto sul distributore e riceve un codice che sblocca l’erogazione del campione omaggio.

Il Boobox è completamente personalizzabile, sia nelle dimensioni che nelle dotazioni (è disponibile anche un impianto di refrigerazione, adatto a bibite e snack). Il distributore non si trova ancora in commercio ma è in una fase sperimentale; Fosfor ha infatti intenzione di installare in alcune stazioni ferroviarie del Belgio alcuni distributori per una prova che durerà almeno fino alla fine del 2009.

Filed under: Senza categoria — daniele.bellomo @ 17:38

giovedì 19 marzo 2009

Bagvertising: la pubblicità sui sacchetti della spesa

Detta così sembra quasi una cosa banale. La pubblicità sui sacchetti della spesa c’è sempre stata: il logo del negozio o del prodotto, qualche immagine, persino ecologici inviti al riciclo. Ma il bagvertising è qualcosa di più: la busta non deve solo comunicare l’appartenenza del contenuto ma deve colpire chi la guarda, risultando qualcosa che si ricorda e di cui se ne parla con amici e conoscenti. Insomma, una pubblicità vera e propria. Ecco alcuni esempi trovati in rete.

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Il bagvertising utilizzato per il lancio dell’ultimo libro di Pieter Aspe, famoso scrittore belga di libri gialli.

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Quello di una marca di lingerie.

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Lo Shopping Kite, un sacchetto personalizzabile con il logo delle aziende e che si trasforma in un aquilone.

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Bagvertising per la tutela dei bambini autistici.

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Bagvertising per un medicinale contro il mal di testa.

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Il bagvertising di un prodotto per smettere di mangiarsi le unghie.

Filed under: Senza categoria — daniele.bellomo @ 17:48

martedì 17 marzo 2009

I microtrend e l'esplosione delle scelte individuali

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Un interessantissimo libro di M.J.Penn spiega come il mondo che siamo stati abituati a conoscere stia radicalmente cambiando. L’assunto fondamentale sostiene che

[…] l’idea che gli Stati Uniti e il mondo siano governati da poche, fondamentali tendenze si sta sfaldando: non esitono più due megaforze polarizzate che ci trascinano nella loro corsa. Al contrario, veniamo sballottati in un’intricata rete di scelte che si sedimentano in microtrend: forze piccole e invisibili che riguardano anche solo l’1% della popolazione, ma in grado di influenzare grandemente la società.

Questa situazione è resa possibile dall’aumento delle possibilità di scelta che oggi ci vengono concesse:

Viviamo in un mondo ricco di possibilità di scelta e in quasi qualsiasi ambito della nostra vita disponiamo oggi di un numero di opzioni mai così grande nella storia, tra cui una varietà di nuovi lavori, nuovi cibi, nuove religioni, nuove tecnologie e nuove modalità di comunicazione e di interazione.

In un certo senso è il trionfo dell’ “economia Starbucks” su quella fordista. All’inizio del XX secolo, Henry Ford creò la linea di montaggio, che permise l’affermarsi in maniera uniforme del consumismo di masssa: migliaia di lavoratori producevano un’auto nera, milioni e milioni di volte. Oggi esistono ancora ben pochi prodotti del genere […].

Al contrario, Starbucks, l’onnipresente catena di caffetterie, ha sposato l’idea che le persone effettuano scelte: su caffè, latte, dolcificante… E che maggiore è il numero di scelte a disposizione, maggiore è il senso di gratificazione che avvertono. […].

Così, se nell’economia fordista le masse venivano servite da tante persone intente a produrre un singolo prodotto sempre uguale a se stesso e uguale per tutti, nell’economia Starbucks le masse vengono servite da poche persone che producono migliaia di prodotti personalizzati.

Partendo da questi presupposti, l’autore individua più di 50 microtrend, analizzando le caratteristiche delle numerose nicchie di consumatori che si stanno sviluppando e stanno prosperando in tutto il mondo. Nei prossimi post cercheremo di illustrare le più interessanti. Ma intanto… la vostra azienda opera in un’economia fordista o in un’economia Starbucks?

Filed under: Senza categoria — daniele.bellomo @ 18:27
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